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  • Immagine del redattoreEdoardo Gallo

Perché è importante fare soci?

Il mondo del terzo settore si fonda sul principio associativo di più soggetti intenti a perseguire degli scopi socialmente utili.


Ma come fa un’associazione a sovvenzionare le proprie attività senza rischiare di operare in modalità commerciale e quindi pagare le tasse sul reddito prodotto e perdere tutte le agevolazioni fiscali?


Le risposte a tali domande sono di estrema importanza per chi non vuole incorrere in problemi o contenziosi con l’Agenzia delle Entrate.


Partendo dall'assunto iniziale cercherò di illustrare sinteticamente quali sono le differenze e le modalità operative corrette per amministrare un’associazione senza perdere sonno la notte.


Un’associazione che intende erogare servizi a pagamento (che rientrano nell'articolazione dell’art. 5 del CTS) non può farlo nei confronti dei non soci in quanto si configurerebbe un’operatività in modalità commerciale.


Compito dell’Ente è associare tutti i soggetti interessati alle proprie attività, in questo modo si realizzerebbe l’assunto iniziale, in quanto il pagamento di un corrispettivo non è direttamente legato al servizio associativo, ma diverrebbe un contributo al'’associazione di cui anche il socio che lo ha pagato usufruirebbe, in quanto avente diritto di voto e di essere eletto alle cariche sociali.


Per far valere tale concetto bisogna però seguire una procedura di tesseramento rigorosa che permette di realizzare, tramite dei passaggi amministrativi obbligatori, l’assunto iniziale e cioè che associarsi ad un ente vuol dire partecipare (monetariamente o prestando lavoro e competenze) al perseguimento di scopi socialmente utili.


L’art. 79 del CTS delinea la natura delle entrate non imponibili e le modalità operative per non incorrere in errore.


Per maggiori informazioni e consulenze su situazioni specifiche non esitare a contattarmi.

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